Il racconto della carne alla vigilia dell’Expo

Il racconto della carne alla vigilia dell’Expo: metà dei ragazzi inglesi non sa mettere in relazione i bovini con le bistecche. Agli allevatori non basta produrre bene: bisogna informare i consumatori in modo trasparente. A Cuneo il modello Compral.

Alla vigilia dell’Expo dedicato al cibo, il comparto agroalimentare rappresenta il 14 per cento del Pil nazionale (circa 1500 miliardi). La carne, con il lattiero-caseario e l’ortofrutta, rappresenta una delle voci più importanti. A valorizzare questo dato, giunge il progetto “Carni sostenibili” che racconta il punto di vista dei produttori su temi essenziali come sostenibilità, nutrizione e valore economico-sociale del settore zootecnico. Particolare significato ha in tale contesto la dimostrazione, da parte di un gruppo di esperti indipendenti, che la carne non solo non è dannosa, ma al contrario contiene nutrienti insostituibili in una dieta equilibrata di tipo mediterraneo.

Si tratta di far arrivare ai consumatori – soprattutto ai giovani –  il messaggio, ed è quanto a livello locale cercano di fare quotidianamente realtà come la cooperativa Compral Carne, il principale player sul mercato della razza Piemontese. Spiega il direttore Bartolomeo Bovetti:“Come sistema allevatoriale siamo in grado di garantire un prodotto carne di alta qualità e pienamente garantito per il controllo di tutta la filiera dal campo alla tavola. Per avvicinare il target commerciale del futuro, ai nostri ragazzi di oggi, stiamo puntando molto sugli hamburger di Fassone: un modo per far capire che un prodotto già definito trash può essere sano, magro e nutriente. E il nostro Laboratorio, al Miac di Cuneo – aggiunge Bovetti-, è un esempio di trasparenza: dalla fase della lavorazione allo spaccio, il ciclo della carne avviene sotto gli occhi dei clienti-consumatori”.

La questione della trasparenza da anni viene richiamata come prioritaria da Temple Grandin, la scienziata americana musa del benessere animale per gli animali da reddito. “I giovani dei paesi industrializzati – sottolinea la Grandin in una recente intervista a “Eurocarni”– non conoscono l’agricoltura e la zootecnia e sono completamente privi della capacità critica di valutazione e analisi quando guardano un video su You tube o inviato sul loro Smartphone. La metà dei ragazzi inglesi sotto i 23 anni non è in grado di mettere in relazione i bovini con le bistecche. Chiaro che servono più informazione e formazione e l’industria delle carni, se opera bene, può rendersi protagonista in tal senso in modo trasparente senza nascondere nulla”.

C’è un altro passaggio del progetto “Carni sostenibili” che va evidenziato secondo i vertici Compral: l’aumento di alcune patologie croniche quali il diabete, l’obesità e l’ipertensione sono da ricercare nello stile di vita, la sedentarietà e i cibi ipercalorici (ricchi di zucchero e grassi) piuttosto che nel consumo di proteine animali e nella fattispecie della carne bovina. La conferma incrociata di fonte scientifica è nello studio europeo su 1500 anziani, realizzato dal professor Bernabei, luminare di Geriatria. Per combattere l’invecchiamento la dieta deve comprendere l’apporto giornaliero da 1 a 1,20 grammi di proteine nobili della carne per ogni chilo di peso corporeo. E la “carne magra” Piemontese risulta tra le carni d’eccellenza consigliate.

Compral_laboratorio