Fino a fine aprile, il Teatro sociale “Giorgio Busca” di Alba ospita la collezione di costumi realizzati dai futuri stilisti e sarti dell’ultimo anno della Scuola di Moda di Apro: Ilenia, Marianna, Emilio, Marwa, Hannou, Sorina, Sara, Annouar, Elena e Sabrin.
L’Atelier Castelgherlone di Alba si confronta con l’arte della creazione degli abiti di scena. 7 capi nati dall’attenta analisi creativa dei “7 vizi capitali” e del simbolismo a loro legato, confezionati con il supporto delle docenti tecniche: Franca, Lina, Monica, Emiliana e MariaLuisa.
Il lavoro è nato dalla ricerca dei colori, delle linee e dei tessuti che rappresentano, con sofisticata femminilità, il tema proposto. L’intento è quello di dare impulso al nuovo marchio Atelier Castelgherlone che promuove la moda, la creatività e l’abilità sartoriale.
Con la collaborazione del Comune di Alba, gli abiti di scena saranno esposti fino a fine aprile e si potranno ammirare durante l’apertura del Sociale in occasione degli spettacoli.
L’Assessore al Turismo Fabio Tripaldi sottolinea: “Il teatro è uno dei luoghi simboli della cultura albese e la location ideale per esporre al meglio questi bellissimi abiti di scena, soprattutto in un momento in cui il cartellone presenta spettacoli di grande interesse e partecipazione di pubblico, con due artisti d’eccezione: Silvia Gallerano il 12 aprile e Marco Paolini il 20 aprile.”
GLI ABITI
L’ira: peccato facilmente riconoscibile per la sua esplosione incontenibile, è stata resa reale da una morbida cascata di piume nere che richiama la profondità del sentimento, mentre all’abito rosso sancrato è sovrapposta una retina strappata che simboleggia lo scatenarsi della rabbia. Lo strascico ricorda il lungo tempo che un’arrabbiatura richiede per sopirsi.
L’accidia: il più intellettuale dei 7peccati, è il rifiuto della vita, dei suoi pericoli e dei suoi dolori. L’abito monospalla, in georgette trasparente e raso, è lungo fino ai piedi con taglio sotto il seno, arricchito da una manica che simula un guanto… I colori del bianco e dell’ azzurro polvere evocano l’indifferenza e l’indolenza.
L’invidia: il più velenoso dei peccati, trova espressione in un abito verde in taffetà che propone uno stile classico, con corpino a cuore e gonna a ruota arricciata da un lungo strascico, completato e impreziosito da guanti e girocollo in pizzo nero. Un ulteriore dettaglio e simbolo per eccellenza dell’invidia è il serpente, che va maliziosamente sulle spalle.
La lussuria: il più ardente dei vizi rappresentato dal colore rosso, simbolo questa volta di sensualità e desiderio e anche per la scollatura a cuore sul davanti. Particolari i fianchi del corpetto in pizzo che lasciano nuda parte del busto e rendono chi lo indossa irresistibilmente attraente.
L’avarizia: simboleggiata da un completo composto da pantaloni e corpino con scollatura all’americana, elegante e confortevole, arricchito da collane dorate che cadono romanticamente sulla schiena a sottolineare il vizio che è quello di chi adora ciò che luccica e desidera averne sempre di più.
La gola: non poteva che essere figurato da un abito ricco di colori, dalla scollatura sembra scendere una glassa bianca decorata da fragoline, il punto vita sottolineato da una cintura di golosi marshmellows. Completa l’abito un’ampia gonna di tulle rosa guarnita da caramelle colorate.
La superbia: il più radicale e universale dei peccati, raffigurato da un abito sontuoso viola e da un mantello nero con ampio collo bianco che ricorda la matrigna cattiva di Biancaneve.