Anche gli sguardi meno attenti avranno notato in questi giorni, affissi in giro per Cuneo, una serie di manifesti volti a richiamare il senso civico dei cittadini su un aspetto che purtroppo a volte è un po’ dimenticato. “In giro ce n’è tanta. Attenti ai vostri passi” recita il manifesto, realizzato dal Comune di Cuneo, per una campagna di sensibilizzazione alla raccolta delle deiezioni canine. E conclude “I cani non hanno colpa, i padroni maleducati sì”, a stigmatizzare un comportamento che rischia di trasformare vie, parchi e marciapiedi cittadini in un vero campo minato.
Una campagna di comunicazione, quella rivolta a coloro che si dimenticano di pulire ciò che lasciano i loro amici a quattro zampe, che si è resa necessaria per contrastare una problematica che si sta facendo sempre più diffusa e sentita dalla cittadinanza. “Che il problema esista è sotto gli occhi di tutti: basterebbe un minimo di educazione ed impegno in più da parte di qualcuno per rendere più pulita e vivibile la nostra città. La maggioranza dei cittadini già provvede a pulire, ma la non curanza di pochi finisce per vanificare la correttezza di molti – spiega l’Assessore all’Ambiente Davide Dalmasso -. Per questo abbiamo voluto uscire con questa campagna specifica, per ricordare, in maniera un po’ scherzosa, quello che già si dovrebbe sapere. E che per giunta è previsto in applicazione della normativa vigente”.
Come previsto dall’art. 60 del regolamento di Polizia Urbana, infatti, la sanzione per coloro che non raccolgono le deiezioni dei loro cani va dai 25 ai 175 euro.
Una multa per altro decisamente lieve rispetto a quanto accade altrove. Volendo dare uno sguardo oltre confine, per esempio, si scopre che a Londra sono previste sanzioni molto più pesanti: chi è sorpreso a non raccogliere le deiezioni del proprio cane subisce una contravvenzione di 500 sterline, pari a 775 euro. A Parigi si va dai 185 ai 450 euro, mentre a Seattle si devono raccogliere le deiezioni del proprio amico a quattro zampe anche dal giardino di proprietà, entro le 24 ore dalla “deposizione”. Non mancano i casi quasi fantascientifici, come quello di Napoli, che lo scorso anno è balzato addirittura sulle pagine del New York Times, attirando le attenzioni del premio Pulitzer Jim Yardley: l’iniziativa, proposta ed avviata ad inizio 2014 nei quartieri Vomero e Arenella, obbligava i padroni a sottoporre i loro cani ad un esame del dna, in modo da costituire una banca dati da consultare per rintracciare chi non ripulisce le strade dai bisogni del proprio cane. Tutte strategie che un normalissimo gesto di civiltà basterebbe a rendere superflue. A dimostrare come spesso un po’ di educazione e senso civico in più possono fare la differenza. E contribuire ad evitare inutili sprechi.
c.s.